Le favela in Brasile

La realtà di Belo Horizonte

Favela,oh favela
Favela del mio cuore
Ho tanta saudade di quella felicità
Favela delle notti d’amore e del samba-cançao
(Ataulfo Alves, compositore di samba 1909-1969).

 

La storia delle favela brasiliane è intimamente legata alla storia del Brasile a partire dalla fine del secolo XIX. La parola favela ha origine dal nome di una pianta molto resistente, che vive nel suolo arido tipico del nord-est del paese.

Secondo i dati ufficiali del governo, la prima favela brasiliana costruita fu il Morro da Providência, a Rio de Janeiro, nel 1897. I soldati che erano tornati dalla guerra di Canudos, svoltasi nello stato di Bahia, e che non avevano più un posto dove abitare cominciarono ad occupare, insieme agli altri poveri, lo spazio adiacente alla città costruendo baracche di legno, e aspettando di poter ricevere un giorno una casa propria e una ricompensa monetaria come premio per aver salvato la comunità di Canudos.

Lo stesso anno, nacque la favela chiamata Morro de Santo Antônio, anche questa formata dalla popolazione povera che emigrava dalla campagna Brasiliana in cerca di lavoro e migliori condizioni di vita. In questo periodo, diversi conflitti per il possesso delle terre, e insieme la fine della schiavitù che lasciò la gente di colore senza lavoro, provocarono un immenso esodo di queste persone verso la città dove già esistevano attività di commercio e strutture pubbliche. A Rio de Janeiro, prima città in cui nacquero le favela, la popolazione di colore e povera venuta dalle campagne brasiliane occupò principalmente antichi casolari abbandonati, vicino alle colline e ai fiumi. Ammassati in baracche, soffrivano per la mancanza di acqua potabile, dei punti di salute e di qualsiasi aiuto. Un documento pubblico dell’epoca dice: “La popolazione nera si incontra prevalentemente nelle favelas luogo simbolo della loro arretratezza, mancanza di ambizione e inadeguatezza alle moderne esigenze locali”.

Grazie a queste argomentazioni, il governo riuscì a cacciare la popolazione di colore dai casolari occupati e che avevano anche costruito nei centri urbani, obbligando questa parte della popolazione a migrare verso le colline e le alture che circondano le città. Il preconcetto intorno alla favela, pertanto, è nato legato alla sua propria origine.

A Belo Horizonte, per esempio, le favela sono nate insieme alla costruzione della città, e soprattutto all’inizio del XX. Durante questo processo, in questo periodo giunsero grandi masse di persone che lavoravano nel settore della costruzione pubblica, e che abitavano negli spazi intorno al limite urbano, in accampamenti improvvisati.

I nomi delle favela furono scelti dai loro stessi abitanti e spesso rappresentano nomi divertenti o doppi sensi, e rivelano l’ostilità dell’ambiente che non offre condizioni per vivere bene. Ma normalmente dopo qualche anno, gli abitanti chiedono di cambiare il nome per qualcosa di più vicino alla realtà positiva della favela, espressa nella fede e nella cultura dei suoi abitanti. A tal proposito, un locale che si chiamava Cabeça de Porco oggi è chiamato ufficialmente Vila Nossa Senhora da Conceição. Il Buraco Quente cambiò nome in Vila Senhor dos Passos.

La lotta degli abitanti delle favela di Belo Horizonte per migliorare le condizioni di vita e per i diritti di possedere il proprio terreno fu segnata, fin dall’inizio, dalla presenza della chiesa Cattolica. Padre Pigi Bernareggi e Rosa Brambilla della parrocchia del quartiere 1º de Maio, parteciparono a molte occupazioni, sia nel quartiere Conjunto Felicidade che anche in 1º de Maio. Padre Pigi racconta, “eravamo circa 100 famiglie, abbiamo fatto un convegno con la prefettura perché ci aiutasse nel far diventare regolari le favela.” Padre Pigi ha raccontato che questo processo è stato molto doloroso per le famiglie, tutte alla ricerca di un luogo di appartenenza. “I poveri sono stati espulsi dalla città verso la lontana periferia, senza niente, senza nulla che difendesse questa popolazione dalla sfera del potere”.

Oggi, Belo Horizonte ha 226 favela con circa 750.000 persone, ciò vuol dire circa il 30% della popolazione totale della città.